PSICO. ALTERAZIONI NELLO SVILUPPO


              IL RITARDO MENTALE

Nello sviluppo individuale si possono verificare delle alterazioni dovute ad anomalie o patologie di diverso tipo, determinate sia da fattori biologici che da fattori psicologici e ambientali.



Un ritardo mentale : è quando ci troviamo di fronte a deficit cognitivi che comportano uno sviluppo cognitivo anormale, dovuto a fattori biologici e/o ambientali. 

per es: Un bambino lasciato crescere in un ambiente carente di affetto, in un'atmosfera priva di stimoli e di cultura o, al contrario, in cui un eccesso di stimoli indifferenziati non gli permette di prestare attenzione alle cose, alle persone o alle parole quindi avrà uno sviluppo meno armonioso, fino a manifestare un ritardo mentale. 





Le alterazioni possono essere causata da diversi processi patologici che agiscono sul funzionamento del sistema nervoso centrale del bambino. Le principali cause fisiologiche sono:

- ereditarietà: malattie metaboliche possono dare origine a danni cerebrali molto gravi; 

- alterazioni precoci dello sviluppo embrionale: mutazioni cromosomiche (per esempio, la sindrome di Down) o a danni prenatali dovuti a sostanze tossiche (per esempio l'uso di alcol da parte della madre o alcune infezioni contratte durante la gravidanza);

- problemi durante la gravidanza e nel periodo perinatale: malnutrizione del feto, prematurità, ipossia, cioè carenza nell'afflusso di ossigeno ai tessuti.

- condizioni mediche generali durante l'infanzia o la fanciullezza: infezioni, traumi, avvelenamenti, 

oppure fattori ambientali, quali la mancanza 'accudimento e di stimolazioni sociali e sensoriali; o per la presenza di disturbi mentali gravi, per esempio, l'autismo.




Il ritardo mentale non è una condizione che permane per tutto l'arco della vita; Infatti alcuni bambini che presentano sintomi lievi nei primi anni di vita, come un'incapacità nei compiti di apprendimento scolastico, con un training e delle opportunità adeguate possono sviluppare buone capacità di adattamento in altri ambiti.




Disturbi della comunicazione:

Tra disturbi diagnosticati ,troviamo due grandi  categorie: i disturbi della comunicazione e quelli dell'apprendimento.

Non tutti i bambini  all'età di 2 anni raggiungono lo sviluppo linguistico ;infatti alcuni bambini iniziano a parlare più tardi e col tempo recuperano il ritardo iniziale, altri invece possono presentare alterazioni del linguaggio di varie tipologie.

Il disturbo del linguaggio può essere fatto risalire a una lesione o a una malformazione del cervello, che può essere dovuta a danni vascolari, tumori, o infezioni.



 


I disturbi del linguaggio sono:

- Disturbi centrali, raggruppati sotto il titolo di afasia: disturbi che manifestano sintomi differenti  a secondo l'area cerebrale compromessa; producendo un linguaggio fluente ma ricco di parole prive di significato.

- Disturbi di produzione o emissione: patologie che si manifestano nella balbuzie, ovvero un'anomalia nel fluire dell'eloquio; 

L'emotività gioca un ruolo molto importante in questo tipo di difficoltà, per cui spesso può capitare che un bambino balbetti se interrogato a scuola, mentre parla fluentemente se chiacchiera con un amico o l'apologia, ovvero un'emissione dell'eloquio estremamente veloce con omissione di parole e inversione dell'ordine delle stesse.

- Disturbo della fonazione: è un'incapacità di usare i suoni del linguaggio .

In questi casi può essere presente un deficit sensoriale, motorio della parola, oppure una forma di mutismo selettivo come risposta psicologica a problemi emotivi.

In questi casi, il bambino può rifiutarsi di parlare perché avverte l'ambiente che lo circonda come ostile, per paura di perdere un legame simbiotico con la madre, o anche come reazione a una mancanza di attenzione. In ogni caso, il mutismo selettivo rappresenta una forma di disagio psicologico spesso associata ad altre difficoltà, come per esempio, problemi familiari, relazionali, ansia. 




Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA):

Accanto ai disturbi della comunicazione abbiamo la categoria psicopatologica dei disturbi dell'apprendimento, o Disturbi Specifici dell'Apprendimento che fa riferimento alla legge 170 dell'8/10/2010 ,essa sancisce il diritto a proposito degli studenti con particolari difficoltà nella lettura, nella scrittura e nel calcolo l'usufruire di strumenti didattici compensativi (per esempio le tecnologie informatiche) .


Questi disturbi consistono in disfunzioni delle aree cerebrali coinvolte nel riconoscimento di lettere, parole e numeri, e si possono raggruppare in distinte tipologie :dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia.


- La dislessia (dal greco lèksis, "discorso", con il prefisso dis-, nel senso di '"separazione") può essere associata alla disortografia: si tratta, di  problemi legati alle capacità di lettura, e a volte di scrittura. Le manifestazioni più comuni di questi disturbi sono l'omissione, l'inversione e la sostituzione di lettere o sillabe ("la" anziché "al"), e lo scambio di lettere simmetriche ("p" anziché "g"). 

Il bambino dislessico tende a manifestare un abbassamento nel rendimento scolastico, per le evidenti difficoltà di lettura e di scrittura, ché può portare un ritardo linguistico.


- La discalculia ovvero l'incapacità di fare calcoli, che produce sintomi analoghi alla dislessia. Il bambino può invertire, sostituire o trascurare i numeri, presentando una qualità insufficiente nel fare i calcoli.




Le difficoltà di scrittura: 

I termini agrafia e disgrafia (dal greco gràpho, "scrivo", rispettivamente con il prefisso privativo a- e con il prefisso dis-) indicano infatti patologie relative alla scrittura, e sono spesso  associate alle afasie.







Le varie manifestazioni di agrafie sono state suddivise in due gruppi: agrafie centrali e periferiche.

Le agrafie centrali comprendendono:

-agrafia lessicale: una lesione della procedura lessicale, per cui il soggetto scrive le parole come le pronuncia, utilizzando quindi solo la procedura fonetica; come per esempio la lingua inglese - "moni" invece di "money".

-agrafia fonologica: una lesione della procedura fonologica, per cui il soggetto ha difficoltà a scrivere le "non parole", cioè parole senza senso.

-agrafia profonda: in questo caso il soggetto scrive commettendo errori semantici, cioè relativi al significato della parola -"orologio" invece di "'tempo", oppure "tavolo" invece di "sedia".




Mentre, le agrafie periferiche comportano errori di omissione e di trasposizione di lettere, di sostituzione o di assemblaggio (scambio di lettere) ed errori nel carattere delle lettere; e comprendono:

-agrafia da neglect: in cui si manifesta con errori come amputazione o sostituzione dell'inizio della parola o della parte sinistra del grafema- "n" viene amputata la parte iniziale, e viene scritto "v".

-agrafia aprassica: un disordine gestuale causato da un disturbo del movimento volontario, per cui il soggetto è incapace di compiere gesti complessi,come quello di scrivere a mano, ma può farlo usando la tastiera di un computer o blocchi di lettere già scritte utilizzabili per comporre le parole.




Esistono altri tipologie di agrafia, che non si collocano all'interno dei due gruppi :

- agrafia ideatoria: l'incapacità di scrivere lettere e parole sotto dettatura, anche se il soggetto ha la capacità di scrivere copiando le lettere;

-agrafia spaziale: il soggetto tende a scrivere a margine, spesso in alto a o delle destra, e a eludere alcune parti della scrittura (spesso le gambine delle "m" "n');

-disgrafia: Si tratta di una difficoltà nell'apprendimento della scrittura, spesso connessa alla dislessia. 


Nella maggioranza di questi disturbi, se essi sono individuati precocemente e trattati da persone competenti, il bambino può essere aiutato con  successo. L'obiettivo di tali interventi non è solo affrontare gli specifici problemi d'apprendimento, ma anche prevenire quegli atteggiamenti di  allontanamento nei confronti della scuola, sentita come causa di difficoltà e frustrazione, che molti bambini affetti dalle patologie ora trattate manifestano.



Dai DSA ai BES: 


Oggi i disturbi dell'apprendimento sono riconosciuti per maggior parte di svantaggio scolastico. A questo riguardo il 27 dicembre 2012 è stata emanata dal MIUR la direttiva

"Strumenti d'intervento per gli alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per  l'inclusione scolastica". La direttiva stabilisce che per l'identificazione degli alunni con disabilità è possibile ricorrere al modello diagnostico ICF (International Classification of Functioning) utile a individuare i cosiddetti Bisogni Educativi Speciali (BES).

L'area dei Bisogni Educativi Speciali, conosciuta in Europa come Special Educational Needs,  rappresenta un'area di svantaggio scolastico che comprende tre grandi categorie: le disabilità, i disturbi evolutivi specifici e lo svantaggio socio-economico, linguistico e culturale.




I DSA rientrano nella categoria dei disturbi evolutivi specifici, insieme con i deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, dell'attenzione e dell'iperattività. I BES, ai quali la scuola è chiamata a rispondere con strumenti e piani individualizzati di intervento, possono avere un carattere di continuità, presentandosi come costanti nella vita di uno studente, oppure di temporaneità, manifestandosi come condizioni di svantaggio superabili entro un arco di tempo variabile a seconda delle particolarità dei casi.




















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